Cenni Storici

Cenni Storici

Posto in splendida posizione panoramica, il castello-ricetto, risalente all′anno mille e ritenuto il più antico della Valtenesi, ha quasi interamente conservato la sua struttura originaria. Si possono ammirare le tre torri, la maggiore delle quali, alta oltre 21 metri, è collocata sopra l′ingresso, dove sono ancora evidenti le feritoie del ponte levatoio.

Più che un castello era un rifugio dove gli abitanti, sparsi per le campagne e per i borghi, potevano rifugiarsi in caso di pericolo portandovi anche il bestiame.

 

In ogni periodo sono stati costruiti castelli a scopo difensivo, ma solo fra il X ed il XIII secolo oltre che strumento difensivo il castello diventa anche centro di giurisdizione.

Quello che oggi noi vediamo è un rifacimento operato tra i secoli XIII e XIV: infatti la sua costruzione avvenne in tre momenti.

Tra il IX e il X secolo, al tempo delle invasioni ungariche, venne costruito il castello, come tutti i castelli della Valtenesi, su ruderi di epoca romana e sotto la potestà di Carlo Magno (742-814).

In un primo tempo si costruirono le mura merlate racchiudenti le abitazioni. A nord-ovest vi erano le due torri piccole, mentre altre due, più grandi, si trovavano ai lati. L’accesso forse era dove si trova oggi, ma indifeso.

Una data approssimativa lo vuole eretto- verso il 1000.

In un secondo tempo vi fu aggiunto quello che viene chiamato “Il Castellino” con incorporata la torre circolare posta a nord. L’ingresso avveniva per mezzo di un ponte levatoio che appoggia, ancora oggi, su un bastione. Questo secondo momento lo si fa risalire intorno al XIV secolo.

Al terzo periodo si fa risalire la costruzione della torre d’ingresso al castello, anch’esso con ponte levatoio e passerella poggianti su bastioni a difesa del fossato.

Gli edifici all’interno del castello si allineavano su tre file parallele ed erano tutti della stessa dimensione, mentre gli spazi che ora vediamo coltivati ad orto si pensa fossero occupati da altre case. Alcune di queste costruzioni hanno la medesima tecnica: pietre “a vista” con aperture ad arco a tutto sesto con cornici in mattoni; la pianta è rettangolare, con il 1° piano poggiante su solette in legno e con i tetti a due spioventi verso la strada. Nel seminterrato vi erano le cantine, o ghiacciaie, con volta a botte. La comunicazione tra seminterrato e piano superiore era permessa da un ballatoio con scala esterna in legno infissa nel muro, di cui sono ancora visibili i fori d’inserimento delle travi.

Analisi stratigrafiche confermano l’ipotesi che le abitazioni e la cinta muraria abbiano lo stesso periodo di costruzione. La muratura è formata da ciottoli di fiume, da scaglie di pietre e da laterizi, mentre le coperture più antiche, con portali e finestre ad arco ribassato, hanno le cornici in mattoni.

Nel 1154 troviamo il castello tra i beni riconosciuti da Federico I Barbarossa al Vescovo di Verona, ma, nel secolo successivo, Padenghe si erige a Comune e se ne impadronisce.

Il Castello e le abitazioni esistenti nel suo interno costituiscono le strutture architettoniche civili più antiche di Padenghe.

Una lettera inviata nel marzo 1897 all′Ufficio per la Conservazione dei Monumenti cita alcune manomissioni eseguite nel castello una decina di anni prima, fra le quali l′utilizzo della torre circolare come ghiacciaia.

"[ ... ].venne abbassato il cortile tra le due cinte di un paio di metri e col materiale escavato venne interrata la fossa che difendeva l′ingresso della rocca [ ... ] e venne anche interrata per tutta l′altezza della fossa il muro della torre onde mettere al riparo l′ambiente della ghiacciaia dagli sbalzi della temperatura esterna. Per accedere alla camera interna venne praticata una porta in rottura di mura [ ... ].".

Questa è forse la contraddizione che possiamo notare nel Castellino: il livello della pavimentazione è più basso dell′originario. Ciò è testimoniato da una cornice continua di mattoni: l′ingresso è posto nello stesso lato di quello del Castello e posizionato anormalmente; pure il fossato lo si vede nella parte nord-ovest dove oggi si trova il bastione su cui poggiava il ponte levatoio. Due cornici in mattoni distinguono le aperture originarie e si trovano in posizione più alta rispetto al livello del terreno. 

Un primo riempimento del fossato che circondava il castello avvenne nel 1885 e un secondo nel 1959.

Nel 1912 un incendio distrusse varie strutture ma, nel 1914, la Sovrintendenza ai Monumenti ricostruì la parte distrutta: poi nel 1965 restaurò tutto quanto c′era di pericolante e, nel 1970 eseguì un′ulteriore manutenzione.

Nel vano tra la torre campanaria e il muro del castellino si trovava l′abitazione del custode che comunicava con la stanza campanaria. L′abitazione fu demolita nel 1967.

 

HISTORIC BACKGROUND

 

Set in a splendid panoramic position, the castle-shelter, dating back to the year 1000 and considered the oldest in the Valtenesi, has almost entirely preserved its original structure. You can admire the three towers, the largest of which, over 21 meters high, is located above the entrance, where the slits of the drawbridge are still visible.

More than a castle it was a refuge where the inhabitants, scattered throughout the countryside and villages, could take refuge in case of danger, even bringing their livestock.

In every period castles have been built for defensive purposes, but only between the 10th and 13th centuries, as well as a defensive instrument, did the castle also become a center of jurisdiction.

What we see today is a reconstruction carried out between the thirteenth and fourteenth centuries: in fact its construction took place in three moments.

Between the 9th and 10th centuries, at the time of the Hungarian invasions, the castle was built, like all the castles of Valtenesi, on Roman ruins and under the power of Charlemagne (742-814).

Initially, the crenellated walls enclosing the houses were built. To the north-west there were the two small towers, while two other, larger ones, were on the sides. The access was perhaps where it is today, but defenseless.

An approximate date wants it to be erected - around 1000.

Later what is called "Il Castellino" (little or minor castle) was added with the circular tower. The entrance was via a drawbridge that still rests on a bastion today. This second moment dates back to around the fourteenth century.

The construction of the entrance tower to the castle dates back to the third period, also with a drawbridge and walkway resting on bastions to defend the moat.

The buildings inside the castle lined up in three parallel rows and were all of the same size, while the spaces that we now see as vegetable gardens are thought to be occupied by other houses. Some of these constructions have the same technique: “exposed” stones with round arch openings with brick frames; the plan is rectangular, with the 1st floor resting on wooden slabs and with gabled roofs towards the street. In the basement there were cellars, or iceboxes, with a barrel vault. Communication between the basement and the upper floor was allowed by a balcony with an external wooden staircase set into the wall, of which the insertion holes of the beams are still visible.

Stratigraphic analyzes confirm the hypothesis that the houses and the walls have the same construction period. The masonry is made up of river pebbles, stone chips and bricks, while the oldest roofs, with portals and low-arched windows, have brick frames.

In 1154 we find the castle among the assets recognized by Frederick I Barbarossa to the Bishop of Verona, but, in the following century, Padenghe becomes a Municipality and takes possession of it.

The Castle and the existing houses inside it constitute the oldest civil architectural structures of Padenghe.

A first filling of the moat that surrounded the castle took place in 1885 and a second in 1959.

In 1912 a fire destroyed various structures but, in 1914, the Superintendence of Monuments rebuilt the destroyed part: then in 1965 it restored everything that was unsafe and, in 1970, it carried out further maintenance.In the space between the bell tower and the wall of the castle was the house of the keeper who communicated with the bell room. The house was demolished in 1967.

 

 

HISTORISCHER HINTERGRUND

 

In einer herrlichen Panoramalage hat das Schlosshaus aus dem Jahr 1000, das als das älteste der Valtenesi gilt, seine ursprüngliche Struktur fast vollständig bewahrt. Sie können die drei Türme bewundern, von denen sich der größte über 21 Meter hoch über dem Eingang befindet, wo die Schlitze der Zugbrücke noch sichtbar sind.

Es war mehr als eine Burg, es war eine Zuflucht, in der die auf dem Land und in den Dörfern verstreuten Einwohner im Falle einer Gefahr Zuflucht suchen und sogar ihr Vieh mitbringen konnten.

In jeder Zeit wurden Burgen zu Verteidigungszwecken errichtet, aber erst zwischen dem 10. und 13. Jahrhundert wurde die Burg als Verteidigungsinstrument zum Gerichtsstand.

Was wir heute sehen, ist eine Rekonstruktion, die zwischen dem 13. und 14. Jahrhundert durchgeführt wurde: Tatsächlich fand der Bau in drei Augenblicken statt.

Zwischen dem 9. und 10. Jahrhundert, zur Zeit der ungarischen Invasionen, wurde die Burg wie alle Burgen von Valtenesi auf römischen Ruinen und unter der Macht Karls des Großen (742-814) errichtet.

Zunächst wurden die die Häuser umgebenden Zinnenmauern gebaut. Im Nordwesten befanden sich die beiden kleinen Türme, während sich zwei weitere größere an den Seiten befanden. Der Zugang war vielleicht dort, wo er heute ist, aber wehrlos.

Ein ungefähres Datum möchte, dass es errichtet wird - ungefähr 1000.

Später wurde mit dem Rundturm das, was "Il Castellino" (kleine Burg) genannt wird, hinzugefügt. Der Eingang war über eine Zugbrücke, die heute noch auf einer Bastion ruht. Dieser zweite Moment geht auf das 14. Jahrhundert zurück.

Der Bau des Eingangsturms zur Burg geht auf die dritte Periode zurück, auch mit einer Zugbrücke und einem Gehweg, die auf Bastionen ruhen, um den Wassergraben zu verteidigen.

Die Gebäude im Inneren des Schlosses reihten sich in drei parallelen Reihen aneinander und waren alle gleich groß, während die Räume, die wir heute als Gemüsegärten betrachten, vermutlich von anderen Häusern bewohnt werden. Einige dieser Konstruktionen haben die gleiche Technik: „freiliegende“ Steine ​​mit Rundbogenöffnungen mit Ziegelrahmen; Der Plan ist rechteckig, der 1. Stock ruht auf Holzplatten und mit Satteldächern zur Straße hin. Im Keller befanden sich Keller oder Kühlboxen mit einem Tonnengewölbe. Die Kommunikation zwischen Keller und Obergeschoss wurde durch einen Balkon mit einer in die Wand eingelassenen Holztreppe ermöglicht, von der die Einstecklöcher der Balken noch sichtbar sind.

Stratigraphische Analysen bestätigen die Hypothese, dass die Häuser und Wände die gleiche Bauzeit haben. Das Mauerwerk besteht aus Flusskieseln, Steinschlägen und Ziegeln, während die ältesten Dächer mit Portalen und niedrigen Bogenfenstern Ziegelrahmen haben.

1154 finden wir die Burg unter den Vermögenswerten, die Friedrich I. Barbarossa dem Bischof von Verona anerkennt, aber im folgenden Jahrhundert wird Padenghe eine Gemeinde und nimmt sie in Besitz.

Das Schloss und die darin befindlichen Häuser bilden die ältesten zivilen Bauwerke von Padenghe.

Eine erste Füllung des die Burg umgebenden Wassergrabens erfolgte 1885 und eine zweite 1959.

1912 zerstörte ein Brand verschiedene Bauwerke, aber 1914 baute die Superintendanz der Denkmäler den zerstörten Teil wieder auf. 1965 restaurierte sie alles, was unsicher war, und führte 1970 weitere Wartungsarbeiten durch. Im Raum zwischen dem Glockenturm und dem Die Mauer des Schlosses war das Haus des Bewahrers, der mit dem Glockenraum kommunizierte. Das Haus wurde 1967 abgerissen.